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4 ago 2014

Pompei Touch: l’antica città rivive sulla punta di un dito

eCampania
di Marco Rosa


Si chiama Pompei Touch l’app lanciata lo scorso marzo da Raffaele Gentiluomo. Incontriamo l’ideatore alle falde del gigante Vesuvio, a  Torre del Greco, ed il pensiero non può che andare li, a quello che accadde nel 79 d.C., anche “grazie” a quel nefasto evento oggi ha modo di esistere Pompei e di conseguenza  questa app innovativa.

Raffaele da sempre impegnato nel campo nella computeristica informatica applicata ai beni culturali, ci illustra la sua “creatura” affermando orgoglioso che “l’app permette di tornare indietro di quasi 2000 anni. Con un tocco di polpastrello Pompei riprende forma sotto le nostre dita”.

Pompei Touch è l’unica applicazione al mondo che permette la ricostruzione dei monumenti con fotografie in maniera perfettamente combaciante. Si inizia con una foto di uno dei monumenti dell’attuale Pompei  e con un tocco l’app ce ne ripropone la ricostruzione originale, in 3 dimensioni, portandoci in un millesimo di secondo nelle strade della cittadina romana. Un’opzione ci permette di contestualizzare l’immagine creata inserendo personaggi, strumenti, mezzi di trasporto e tutto ciò che potevamo ritrovarci di fronte in una giornata qualunque nelle strade della cittadina vesuviana.

“Per rendere tutto ancora più realistico - racconta Raffaele - ci stiamo avvalendo del supporto e del confronto continuo con Anna Bilardi, socia dell’Associazione Regionale Guide Turistiche, che man mano ci indica i monumenti, le domus e le strade da sviluppare in base alle esigenze e alle richieste dei turisti”. L’obiettivo continua l’ideatore, “è riuscire in breve tempo a coprire tutte le zone attualmente visitabili dell’area archeologica di Pompei, per rendere cosi un servizio completo ai visitatori degli scavi che potranno ricostruire con i loro smartphone e tablet  in tempo reale Pompei e capire meglio la vita quotidiana di quel periodo. In futuro contiamo di estenderlo a tutti i siti archeologici vesuviani”.

Un’app, disponibile sia per i dispositivi android che apple, che ha richiesto un anno di duro lavoro da parte del team che comprende gli sviluppatori della 10th art studios di Torre del Greco, due fotografi professionisti ed una coppia di consulenti scientifici. “Duro il lavoro di fotografia all’interno degli scavi, ancora di più l’ottenimento della autorizzazioni da parte della Soprintendenza Archeologica ma alla fine ne è valsa la pena” – conclude Raffaele Gentiluomo. 






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